Un’area particolarmente interessante nel territorio di San Pancrazio Salentino è Caragnuli, una contrada confinante con altri siti anch’essi notevoli dal punto di vista culturale, attraverso i quali si legge la storia medievale della campagna sanpancraziese. La contrada è inserita in un ambiente rimasto intatto nel tempo per la presenza di roccia affiorante che non ha mai permesso l'attività agricola. Intorno si stendono lembi di macchia mediterranea e vaste aree di gariga degradata frammisti a un gran numero di grotte basiliane ancora parzialmente interrate di età altomedioevale. Le grotte, insieme alle antiche cave tufacee in cui sono immerse e alle pozzelle sparse qua e là, costituiscono anche dal punto di vista paesaggistico un complesso davvero rilevante. L’insediamento è formato da abitacoli di varie dimensioni dei quali alcuni sono le laure, ricoveri singoli dove gli eremiti vivevano in solitudine e le cui dimensioni erano talida non permettere la posizione supina. Infatti i monaci dormivano seduti per facilitare la meditazione. Lo stato attuale delle abitazioni rupestri è ancora buono. Alcune di esse versano in una situazione che non desta preoccupazioni eccessive per la conservazione dei beni storico-ambientali nonostante l’invasione delle erbe spontanee che, quando rigogliose, ne occultano quasi totalmente l’ingresso e creano qualche difficoltà per l’accesso all’area. Questa si trova in una depressione di almeno quattro metri creata dagli scavi in antiche cave. Di altre grotte semi-interrate si intravede l’interno con difficoltà. La zona rupestre è delimitata dalla masseria Caragnuli ormai abbandonata e in stato di conservazione discutibile, da terreni agricoli, da una bosco di pino d’Aleppo impiantato artificialmente negli anni sessanta del secolo passato e da un’enorme distesa di ulivi i cui tronchi centenari hanno sempre ispirato il famoso pittore locale Roberto Manni che li ha inseriti in ogni opera qualunque fosse il tema del dipinto.